Osservando i dati mondiali sui vini da investimento si potrebbe dedurre che gli italiani ci credono poco. In effetti non sono molte le aziende che tesaurizzano le annate per metterle in commercio quando possono consentire all’appassionato un’esperienza di rilievo, poche le enoteche e pochissimi i ristoranti che possono offrire giacimenti degni di nota. In un simile contesto assume valore la tesi di Greta Mombelli, laureata al Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Brescia con Eugenio Brentari, professore ordinario e presidente dell’International Academy of Sensory Analysis, in qualità di relatore, in quanto attraverso una nutrita serie di interviste a imprenditori del settore vitivinicolo, dimostra che sta sorgendo un nuovo interesse per questa categoria di vini. Un Rinascimento in vista? Staremo a vedere.
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